sabato 5 aprile 2008

La libreria di acr/crv a cura di r.p.

La libreriaSvela Casati Modignani dal
titolo:" 6 Aprile '96 ".
Anche in quest'ultimo libro la
scrittrice ha saputo tracciare con
delicatezza, realtà e gran
dell'ACR/CRV
a cura dei lettori
Buongiorno, sono una lettrice,
volevo segnalarvi l'ultimo libro di

sensibilità una parte della storia di
vita dell'Italia. I protagonisti, infatti,
potrebbero essere chiunque,
anche tutti noi con il nostro vissuto
e con il nostro futuro. Leggere,
questo libro, che io ho letto in un
giorno solo, vuole dire tuffarsi in
una vicenda dalle mille
sfaccettature che spaziano dal
lavoro agricolo di un tempo con
l'amore per la terra alla freneticità
della vita di oggi. Il tutto arricchito
da spiritualità, amore ma anche
da un leggero cinismo e una
sfumatura di tristezza. Tutti
sentimenti presenti nella vita di
ognuno di ieri e di oggi.
Splendido, da non perdere ! R. P.
Grazie per la segnalazione che
giriamo ai lettori.
La Redazione

Si dice che :
" Dio ci fa incontrare tante persone sbagliate nella nostra vita così possiamo ringraziarlo quando incontriamo l amore vero " . . l amore strana alchimia che viene molte volte confuso con il Bene una volta ho letto in un libro di Alberoni che l amore dura finché dura l innamoramento cioè quell attimo meraviglioso del cercarsi, volersi, desiderarsi ,quel rincorrersi con l ansia di perdersi x poi ritrovarsi in attimi unici .. . ma poi tutto si ossida e viene usurato dalla troppa sicurezza di possedersi di aversi che uccide il corteggiamento e pian piano la voglia di dolcezza che rende questo sentimento unico ed eccoci che ci ritroviamo a cacciar nuovamente buttando ciò che di unico già possediamo . . perché l amore se è amore vero è un amore che si sviscera dall anima si inchioda la propria all anima di chi si ama e si vive solo quando si esiste in due divenendo una sola cosa


Basta sesso, io mi astengo
. Quaranta coppie su cento scoprono l'astinenza. Il sovraccarico di stimoli provenienti dai media manda in tilt la libido e le coppie si danno alla castità. Con orgoglio
Sarà il caldo afoso o forse la noia ma l'unico bacio che le coppie italiane si danno al momento di andare a letto è quello della buonanotte.
Dove sono finiti passione e desiderio?
Sepolti sottoterra, perché di sesso se ne vede e parla troppo. Come quegli adolescenti che vivono un erotismo monotematico e maniacale. Resta il fatto che al momento di passare all'azione molte coppie dichiarano forfait e si girano dall'altra parte del letto.
"Sesso, no grazie"
sembra il motto di sempre più coppie che dicono di no all'amplesso per riscoprire il valore dell'astinenza. Tutta colpa dei media che grondano volgarità e straripano sotto il peso del trash omnipresente e dilagante. Per non parlare di internet che offre tutto il sesso che si vuole con un semplice clic. Ebbene sì, anche l'erotismo si è globalizzato.
E le coppie si ritirano sulla battigia della castità, in una zona sicura, lontana dalle onde del chiacchiericcio a sfondo hot. A fare luce sul mondo della castità per scelta è uno studio pubblicato sul mensile Mente & Cervello.L'amore coniugale si trasforma in fraterno, proprio in controtendenza rispetto all'invasione dei messaggi a sfondo sessuale che ci giungono dai mezzi di comunicazione. E la castità diventa la nuova protagonista della vita di coppia.
L'ultimo congresso della Federazione europea di Sessuologia è stato molto chiaro in proposito: in dieci anni il calo del desiderio è triplicato. Paradossalmente è l'uomo a ricorrere alla classica scusa del mal di testa. Ora di notte si dorme e il Kamasutra lo si lascia tranquillamente in biblioteca. Senza rimpianto. Come a voler sancire in modo univoco che gli eccessi sessuali dei Settanta sono lontani anni luce.Oltre a non essere marginale il fenomeno sembra coincidere con una scelta consapevole: la castità. Il nuovo comportamento non viene nascosto ma rivendicato con orgoglio e senza sensi di colpa anche da noti personaggi del mondo dello sport. Significativa è la recente dichiarazione del giocatore juventino Legrottaglie: «Prima se non andavo con una donna ogni 4 o 5 giorni venivo colto dal panico. Ora non mi importa più.
Non faccio sesso non perchè non mi piacciono le donne, ma perchè aspetto quella giusta». È forse per ingannare l'attesa che si viene colpiti dalla sindrome di Amsterdam, una trasgressione maschile dove l'uomo si diverte a caricare su internet immagini o video che ritraggono la propria moglie nuda.
Altro che amore e amplessi, qui tutto si limita a un enorme voyeurismo telematico.
E tu lettore cosa ne pensi? Se vuoi esprimerti e farci sapere la tua opinione:

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IL CENERENTOLO/A di Piero De Vecchi a cura di Rio!

COMMEDIA DIALETTO MILANESE del drammaturgo Piero De Vecchi

CENERENTOLA/O

1° TEMPO

C. Ma che importa a me, se non son bella, ciò l’amante mio, che fa il pittore. Mi dipingerà come una stella!!!
(RIVOLGENDOSI AL PUBBLICO)
(ENTRA LA GINA)

G. Ma cume the se alegra stamatina?
C. Mà the sentì per televisiun? L’hè un miracul!
G. L’inter la finciù la cupa europea?
C. Ma che inter! Lè propri un miracul!! Pensa che in Spagna se podum sposà!
G. Ma chi lè che ghe spusa?
C. La Gesa.
G. Ma le propi vera?
C. Sì, quel chel cumanda in Spagna (un cert Zappatero) l’ha stabilì che tutti i ghey se poden
spusà.
G. Ma lè vun de n’um?
C. Mi sù nò, però l’hè un brav om!
G. Pensa in scì me podi spusà cul mè rumulett!
C. Mi pensi de truà anca mì il mè pittore!
G. Ma lè mai pusibil, che thè devet laurà tut el dì, cume una negra?
C. Tas?, ne podì pù. Me traten cume una serva. Devi lavà, stirà fa de mangià, e metter a post
tuta la biancheria in disurdin.
G. Ma chì thè la fa fa!
C. De quad ghe mort el me por papà.
G. Ma duè l’ha truada un rob simil.
C. Ma mi pensi che l’ha vinciuda alla rifa.
G. Certu che lè propri una cambial.
C. Ste veret fa l’hè el me destin.
C. Ades thè ringrasi della tua visita, ma thè convien andà alla svelta, prima che riturnen dal
mercà!
G. Mè racumandi per ……. La fiducia, thè se semper una bella tusa, e the vedret che anca tì tè
tuvaeret el thò hom della tua vita.
C. Sperem in ben.

SI SALUTANO

ENTRA LA MATRIGNA CON LE FIGLIE

MAMMA. Hu trua la Gineta sui scal, l’he vegnuda, ha fat per temp?
C. Ma lè mai pusibil, che the devet semper bruntula? Basta nò quel che fù?
M. Guarda chì, ghè ammò un pù de pulver!!
LE FIGLIE. Thè preparà de mangià?
C. Se po’ savè? Vualter cusa fasì??
FIGLIE. Aiutum la mama!
C. Se ved, cume sì sudà!
M. Cerca de fa el thò, de laurà sensa pensà quel che fan i alter!
C. Ghe pensi sì, me tuca fa tut mì!

BUSSANO ALLA PORTA

M. Và a dervì.

ENTRA UN MESSO DEL COMUNE

MESSO. Sono incaricato del Sindaco per invitarvi questa sera, al compleanno del figlio, in
quanto stà cercando moglie, e sono invitate tutte le ragazze nubili di ogni quartiere.
Quante figlie avete in famiglia?
M. Chù chì i mè de tusan!
C. Certo mì sun la serva!
MESSO. Ecco gli inviti per stasera, accompagnate dalla madre.
MAMMA. Me racumandi, metives ben in urdin.
FIGLIE. (RIVOLGENDOSI A CENERENTOLA) Tireg fora i noster vestì pusè bei, e cerca de
stirai ben.
C. Ma cusa creden dess. Le principesse del pisello? Pù sé in brutt pusè in esigent! Ma perché
non podì andà anca mi? Per una sera es dona? Ghe vuraria un miracul!
MAMMA. (PRIMA DI USCIRE) Me raccomandi quand turnum verì truà, tut bel net!
MAMMA. (RIVOLGENDOSI ALLE FIGLIE) Si prunt? Podum andà?
FIGLIE. Cusa tendiset, sem elegant?
C. Ma chi lè quel por crist, che ia spusa?

MAMMA E FIGLIE ESCONO
CENERENTOLA RIMANE SOLA

C. (TUTTA SCONFORTATA E’ APPOGGIATA AL TAVOLO) Ma perché, signor, the guarde nò ciò.

NEL MENTRE ECCO IL MIRACOLO

ENTRA MASTRO LINDO

C. Ma chi sei? Bel maschione? Sono mandà dalla Fatina, l’ha aveva trop impegn, in scì, la
mandà mì, per metà tutta la cà. Però la se raccumandada, de turnà per mezanot, perché se
nò, l’incantesim el svanis. Ghè chì l’abit che tè devet indusà, e questi, in i scarpett, cun
l’invia. Forà ghè la macchina cun l’autista che te speta. Me racumandi quel che tu dì.
C. Sperem de ricurdas.

FINE PRIMO ATTO

II° ATTO

SIAMO A PALAZZO MARINO NEL SALONE RICEVIMENTI
UNA FOLLA IMMENSA OCCUPA TUTTO IL SALONE DEL BUFFE’!

DUE MESSI DEL COMUNE RITIRANO GLI INVITI ALL’ENTRATA

M. Ma quanta bela gent? Ghechì!
FIGLIE. Gan giamò du già, apena sem entrà.
M. Me racumandì de minga ciapà el prim che capita! Dumandi, cusa el fa de laura, ciapì el pu
se bun anca se l’hè minga tropp bel. Avì vapì
FIGLIE. Mama incumincium andà al bufè?
M. Cume, vedù tuti i raguagli e vuialter pensi solament ha mangià?
FIGLIE. Lhè propri el mument per cugnuse.
UN ASSESSORE SI AVVICINA ALLA MAMMA
Permette? Assessore Gualtiero Guardelben.
M. Mafalda Pasetti (ma el prudeva ciamà diversament?)
ASS.re. L’ho notata appena è entrata e sono stato colpito dal suo comportamento.
M. Ma cume, al post de guardà i mei tusan, el me fà el fil ha mi? Sarà nurmal?
ASS.re. Mi racconti di lei, bella signora.
M. Cusa elvor che ghe raccunti, sun vedova da tant temp, e ghù dò tusan de marità. El me
Sognon l’hè vedei spusà felicemente.
ASS.re. Ma la sua vita non conta niente?
M. certu che l’hè important, però prima verì vedè i mei tusan sistemà.
ASS.re. Permette che l’he presenti il figlio del Sindaco?
F.S. Piacere signora.
M. L’hè pusè bel de quel che immaginavi.

NEL MENTRE ENTRA CENERENTOLA

F.S. Mi scusi signora!
Ma chi sei dolce fanciulla?
C. Me ciami Renatina, e sono timidina?
F.S. Ma da dove vieni?
C. Da Porta Cica, in Via Circolo Simonetta al 12
F.S. Hai visto quanta gente hanno risposto all’invito?
C. Ghe credi (RIVOLGENDOSI AL PUBBLICO) mangen cume i luff ha fià d’oca.
F.S. Raccontami un po’ di tè, cosa fai nella vita?
C. Hu perdù el me papà, che eri giuina, e vivi con la mia matrigna, e i so dò tusan.
F.S. Ti vogliono bene?
C. Me adorne (perforsa, sun la lur serva).
F.S. Permetti che ti accompagni al buffè?
M. Thè vist, me par la Marini!
L’ALTRA FIGLIA. Ma tel set, che hu mai capì el noster fradel? L’hu mai vist con una dona.
F. Ma thè minga anmò capì, che l’è un gay?
F. Calura thè me veret dì che ghe piasen i homen?
F. Certù, se sent dona!
F. Mà l’hè propri mis mal !
F.S. Mangia un pasticcin al cioccolato.
C. Nò, perché me spurchi tuta la buca.
F.S. Allora mangià un tramezzino.
C. Mangiare che schì, che l’è bel paciarot.
F.S. Sei contenta dell’invito?
C. Sun contenta de tut, però gu paura, che quest bel sognon, el svanis.
F.S. Ma io penso che stà a tè, ha non farlo svanire, bella fanciulla.
C. (Sel saves, la verità)
M. Ma chì sa cusa gavran de dis? Me piasaria savè, cusal’ha gà pusè de num.
F.S. Hai due occhi che parlano.
C. Thè credi, vurarien dit tuta la verità.
C. Me sa dì che ura avem fa?
F.S. E’ quasi mezzanotte.
C. Hu madona? Me tuca scapà!
F.S. Ma proprio adesso, che ti stò conoscendo?
C. Se cunuserem una prossima volta.

MENTRE CENERENTOLA FUGGE IL FIGLIO DEL SINDACO:

Renatina, la scarpetta?
C. Ha tua sorella.
F.S. (RIVOLGENDOSI AI MESSI) Avete visto una ragazza a fuggire?
M. Ma abbiamo visto soltanto una servetta che la cureva cume una mata!
F.S. L’ha devi truà, ha tuti cost.

IL FIGLIO DEL SINDACO DA ORDINI HAI MESSI DEL COMUNE DI MILANO DI TROVARLA, AVENDO LA SCARPETTA COME PROVA! E LA MISURA, DELLA SCARPETTA PROMETTENDO UNA LAUTA MANCIA, MA CHI LA TROVA,

FINE II ATTO



III° ATTO

INTANTO CENERENTOLO RINCASA

C. Ma che bel sognon che hu fa. El sembrava vera. Devi dighel, alla mia amisa ginetta, là r
Rimarà sbalurdida.
(APPOGGIANDOSI AL TAVOLO)
(NEL MENTRE ENTRA LA MAMMA E LE FIGLIE)
M. Ma cumè, lhe neta lacà, l’hè mai stada in scì neta, thè sé stada propri brava, ades va ha
Durmì, thè sarè straca.
C. Sun tuta intuntida, l’hè mei che vù in let.
ALL’INDOMANI ENTRA UN MESSO DEL COMUNE
MESSO. Duem misurà la scarpeta, ha tuch i tusan chè ghè in cà, perché el fiou del Sindic el
vour spusà chi lè la prupetaria.
M. Tusan venì chi alla svelta, ha misurà i pè.
FIGLIE. Ma che rasa dè pè, lagà quela che la porta stì scarpa? Pusibil che là ghà el 45? Se la
Giuga ha basket?
FIGLIA. Quasi Quasi, me mett un pù de bumbasa, in scì, me van ben.
MESSO. Non sono ammessi trucchi. Ghè pù nisun in ca?
M. Ghè saria un’altra tusa adottiva, ma credi propri che l’hà fa minga al casù shò!
MESSO. Dobbiamo misurarla anche lei.
M. Andì ha ciamà la vostra surgela.
C. Ma devi propri misurarla amnca mi?
MESSO. Si ha tutte le ragazze che stanno in casa,
(CENERENTOLA PROVA LA SCARPETTA, E CON STUPORE DEL MESSO GRIDA)
Si avem truada finalment.
M. (AL TELEFONINO) L’abbiamo trovata, non ci moviamo di qui finchè non viene lei. Via Circolo
Simonetta 12.
M. Hu signor, ma propri a mì el duveva capitam una roba del gener?
FIGLIE. Ma se l’è un ghei, cume el farà ha es una dona. Pensa che figura farem.
C. Bè, mi vu dela ha finì i me mestè.
(ADES VEN EL PUSE’ BEL, CUSA GHE DISI? MA SPEREM IN BEN)
F.S. Permesso? Ma come siete agitate, al posto di essere contente. Siete triste?
M. (Thè vedret che bela sorpresa? Alter che es agità, lè mei sprufundà nel navili che fa una
figura del gener).
ED ECCO APPARIRE CENERENTOLA PIU’ BELLA CHE MAI
C. Ma vi ciamà?
F.S. Ma selè un sogn? L’è propri lù vestì de dona.
M. El stà pusè ben vestì de dona che de homen, el marca de men!!!
F.S. Finalmente ti ho trovata dolce incanto. Ma perché sei fuggita tutta di fretta?
C. perché in scì the me cercavet se te me vurevet ben.
FIGLIE. Che facia de tola, però l’hè bravo ha recità la sua part.
F.S. Adesso ti ho trovata e sarai ma per sempre.
C. Devi truà el curag de dig la verità. Senti debbo dirti una cosa molto spiacevole.
F.S. Perché sei già fidanzata?
C. (magari) nò l’è una roba de non creder insomma mi sunt un hom.
F.S. Ma al giorno d’oggi nessuno è perfetto.
M. Roba de met sul giurnal.
FINE
(SERGIO)DA RENATO DOPO CASABLANCA E’ DIVENTATA RENATINA, E VISSERO FELICI E CONTENTI.
MORALE, LE VIE DEL SIGNORE SONO INFINITE

venerdì 4 aprile 2008

SERVIZI AL CITTADINO. L’ASSESSORE PILLITTERI: “LUNEDÌ APRE LO SPORTELLO PER LE DIMISSIONI VOLONTARIE DAL LAVORO”

SERVIZI AL CITTADINO. L’ASSESSORE PILLITTERI: “LUNEDÌ APRE LO SPORTELLO PER LE DIMISSIONI VOLONTARIE DAL LAVORO”
Milano, aprile 2008 – “La legge 188 del 2007 dispone una procedura obbligatoria per i lavoratori che intendono presentare le dimissioni per giusta causa. Il Comune di Milano si è subito attivato e da lunedì apre in via Bergognone lo sportello che eroga il servizio”. Lo ha annunciato oggi l’assessore ai Servizi civici e Semplificazione Stefano Pillitteri.
“Il Comune – ha commentato l’assessore – ha inteso modulare il servizio nella maniera più agevole per gli interessati. Tuttavia non posso che rimarcare l’assurdità di questa legge che si pone esattamente agli antipodi dello spirito di semplificazione e sburocratizzazione che dovrebbe ispirare l’attività della Pubblica Amministrazione”.
“Noi applichiamo la legge – ha concluso Pillitteri – e cerchiamo di farlo al meglio per i cittadini, ma confermo il mio dissenso su un simile modus operandi più consono all’ex maniera sovietica che a una moderna democrazia”.
La nuova legge impone infatti che per redigere le proprie dimissioni, il lavoratore deve obbligatoriamente utilizzare, pena la nullità, appositi modelli disponibili direttamente sul sito internet del Ministero del Lavoro (www.lavoro.gov.it), o presso la Direzione Provinciale del Lavoro, i Centri per l’impiego e in Comune.
Il lavoratore può presentare la domanda in diversi modi. Compilando il modello disponibile sul sito del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale all’indirizzo www.lavoro.gov.it/mdv. Al termine della compilazione telematica, il sistema rilascia un codice di identificazione che attesta il giorno in cui è stato compilato e dal quale decorrono i quindici giorni per consegnare la domanda di dimissioni al proprio datore di lavoro. Potrà presentarsi presso lo Sportello della Direzione Provinciale del Lavoro in via Mauro Macchi 7/9, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.15 alle ore 12.30, o allo Sportello del Centro per l’Impiego di Milano in viale Jenner 24, dal lunedì al giovedì, dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.15 alle ore 15.30, e il venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30, oppure presentarsi allo Sportello del Comune di Milano in via Bergognone 30, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 14.45 alle ore 19.00, il martedì e il giovedì, dalle ore 8.45 alle ore 13.15 e dalle ore 14.45 alle ore 19.00 e il sabato dalle ore 8.45 alle ore 13.15.
Al lavoratore che si presenterà allo sportello verrà rilasciata una ricevuta che rende univoco e non contraffabile il modulo.
La nuova procedura coinvolge tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, di collaborazione coordinata e continuativa (anche a progetto), di collaborazione di natura occasionale, di associazione in partecipazione dove l’associato fornisce prestazioni lavorative e i compensi derivanti da tali prestazioni siano qualificati come redditi da lavoro autonomo e infine i contratti di lavoro instaurati dalle cooperative per i propri soci.
La normativa si applica a tutti i casi di recesso unilaterale del lavoratore, sia nel settore privato, compreso quello domestico, sia nel settore pubblico (nel rispetto del preavviso, la cui obbligatorietà non viene meno).
La normativa non si applica invece nei casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro (accordo tra il datore di lavoro e lavoratore), nei casi di licenziamento (interruzione del rapporto di lavoro su iniziativa del datore di lavoro), nei rapporti di lavoro a tempo determinato per decorrenza dei termini, nei casi di collocamento di quiescenza e di pensione, negli stages e tirocini che non costituiscono rapporti di lavoro, nelle prestazioni di lavoro occasionale svolte in regime di piena autonomia, nei rapporti di agenzia e in caso di dimissioni presentate durante il periodo di prova.
www:acraccademia.it

Parco delle Cave e le avventure nel bosco!

AVVENTURE NEL BOSCO ai bambini e alle bambine di Milano Boscoincittà dedica intere giornate da trascorrere all’aperto, nei prati e nei boschi del parco, per giocare, esplorare, vivere l’avventura, imparare a costruire con i materiali naturali…
Dal 1990 proponiamo le Avventure nel Bosco, vacanze estive in città per bambini dai 6 ai 10 anni: intere giornate trascorse all’aperto per giocare, esplorare la natura, vivere piccole sfide quotidiane.
Il territorio interessato dalle Avventure si estende dal Boscoincittà fino al Parco di Trenno e al Parco delle Cave: è uno spazio aperto con grandi aree verdi solcate da canali irrigui, specchi d’acqua, strade e percorsi campestri; parte è trasformato a bosco pubblico, parte è oggetto di attività agricole e orticole. ..
Scarica il programma delle attività con le modalità di iscrizione.. /doc/avventure/sc0001_avv08.pdf scheda di iscrizione
http://www.cfu.it/doc/avventure/scheda iscrizioni avv08.pdf
Altre informazioni tel 02 4522401 dal lunedì al venerdì
info@cfu.it - www.cfu.it

WWW.ACRACCADEMIA.IT

martedì 1 aprile 2008

Una firma per contrastare le politiche giovanili del Comune di Milano.. con proposta costruttiva!

Una firma per contrastare le politiche giovanili del Comune di Milano
.. con proposta costruttiva.. vieni a lavorare con acr il milanese e accademia..
Il Comune di Milano ha appena deciso la ‘riorganizzazione’ dei Centri di Aggregazione Giovanile.
In linea con le tendenze degli ultimi anni, la decisione trasforma l’impegno concreto del Comune nel lavoro dei centri in un ‘contributo’ a chi li gestisce. L’entità del contributo verrà stabilita anno per anno, quindi sarà ogni anno soggetta a possibili riduzioni.
Per il Centro Diurno Giambellino, il provvedimento significa un taglio immediato di fondi di circa il 50% rispetto al 2007, il che rischia di trasformare il nostro Centro in un piccolo doposcuola con qualche attività ricreativa di contorno. Dopo 20 anni di lavoro con i ragazzi del Giambellino, l’esperienza del Centro andrebbe dispersa.
Il tutto si inserisce in un quadro di desertificazione delle periferie che procede da anni, mentre nei quartieri si stratificano i problemi e mancano sempre di più punti di riferimento e luoghi di aggregazione.
Firmare la petizione (scade il 30 aprile!) contro il ridimensionamento dei centri è un piccolo gesto per opporsi all’abbandono delle periferie della nostra città e chiedere investimenti coerenti nella promozione e nella protezione dell’adolescenza.
Per firmare online la petizione:
www.firmiamo.it/difendiamo-i-centri-di-aggregazione-giovanile

Per saperne di più:
www.giambellino.centrigiovani.org
www.ilmilanese.it
Gira questo messaggio alla tua mailing-list. È molto utile.